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-Una domanda al Forum provinciale per i Beni Comuni sul concetto di sussidiarietà e di partecipazione.

pesce-rosso-squalo

Dopo le critiche del sindaco di Colli al Metauro al progetto, attuato coi piccoli Comuni, di Fondazione per la gestione di varie ed urgenti necessità socio-sanitarie sul territorio, giungono le 5 domande del “Forum provinciale per i Beni Comuni”. Singolare che un Sindaco che ha guidato una coalizione di centro-destra a Fano, venga emulato da esponenti della sinistra fanese e pesarese su quesiti centrati su una presunta mancanza di assetto partecipativo della Fondazione. Ciò, purtroppo, non testimonia la buona fede. Anzi.
Innanzitutto, verrebbe da dire, da che pulpito viene la predica: il sindaco Aguzzi, che ha sempre agito “a traino” sulla questione Ospedale di Fano, espertissimo poi in dichiarazioni mediatiche, ed il Forum per i Beni comuni, guscio vuoto “ad memoriam” della bella esperienza del Referendum sull’acqua pubblica, composto da 9 persone che rappresentano con questo comunicato stampa solo se stesse.
La soluzione per Aguzzi è stata defilarsi dall’esperimento Fondazione, non avendo “garanzie” in merito ad un potere d’indirizzo e di controllo che andrebbe a lui assegnato sulla carta ma che invece è stato concordato dalle forti relazioni di fiducia tra altri Sindaci e cittadini.
Ancor peggio il “Forum” che interviene retoricamente facendo domande alla Regione, Ente col quale, nonostante le attività divulgative del Forum a favore dei piccoli ospedali, non ha mai intavolato una vertenza credibile su nessuna delle carenze, e che sa bene non risponderà, così come non li ha mai riconosciuti come interlocutori.
Ma le 5 domande servono in realtà al “Forum” a mettere in dubbio la forte valenza sociale della Fondazione.
A pensar male si potrebbe vedere nelle domande del “Forum” la speranza che poi, alle prossime amministrative, i fautori del “cambiamento” o quelli del “vecchio buon partito” si incaricheranno di rispondere con le solite promesse alle esigenze del territorio.
-Perché non si potenzia il personale sanitario pubblico?-  Questa è la domanda cardine che pone il Forum sulla stampa. Ma come?! Persone così addentro le questioni di politica sanitaria non sanno quali sono le scelte degli ultimi Governi su ciò che si (non) finanzia oggi in Italia, hanno letto l’ultima manovra finanziaria? Quanti anni dobbiamo aspettare, affinché capiscano che non possiamo ottenere finanziamento di personale pubblico nel contesto dei piccoli ospedali e che purtroppo occorrerà cambiare non uno ma più Governi, regole e forse un nuovo modello economico, per tornare ad un Welfare applicato con criteri che vadano oltre l’arido concetto base di “servizio universale”?
Domanda poi il Forum, in un impeto di statalismo: “ la Fondazione, non essendo controllata dal pubblico, nell’erogare servizi finanziati con risorse pubbliche avrà l’obbligo di rispettare le norme di garanzia obbligatorie per gli enti pubblici?”. Innanzitutto appare quasi ridicolo il rivolgersi ad un soggetto fondato dai Comuni in questi termini.
Chi è il “pubblico” per il Forum? Il Ministero, quello coinvolto in mille scandali per gli appalti? La Regione, quella che con tanti comitati abbiamo contestato sulle scelte? E soprattutto: il sistema ospedaliero nazionale trasformato in Azienda, la lottizzazione politica?
Il Forum fa il ‘miracolo’ di trasformare la legittima critica ai modelli di sussidiarietà in complottismo. Non solo perché i soggetti ora avversi alla Fondazione Art.32 paiono non ricordare i tempi della Montefeltro Salute, od il fatto che già due piccoli ospedali sono stati ceduti al privato VERO.
Si giunge anche ad offendere i sindaci ed i soci, scrivendo che “i sindaci e i potenziali sostenitori invitati a far parte della Fondazione probabilmente immaginano di sostenere un soggetto prevalentemente pubblico e in cui avranno ampia voce in capitolo nelle scelte, leggendone lo statuto ci siamo anche accorti che purtroppo non è così.” Immaginiamo? Informiamo il “Forum” che la facoltà di lettura e di discernimento, così come quella di scelta, è ancora attiva nell’entroterra.
Di nuovo è complottismo quando ci si informa che “Infatti la Fondazione è un soggetto prevalentemente privato, sia pure senza scopo di lucro (!), che potrà stipulare ogni tipo di contratto con altri enti privati”, quasi sembra un maligno auspicio, questo, la speranza che qualche passo falso possa confermare che il tentativo di sinergia tra amministrazioni e volontariato fallisca in qualche scandaluccio, in qualche inciucio con soggetti che “non è detto siano anche loro no profit”.
Infine, la grande scoperta del “Forum”, che certo avrà passato molte ore ad analizzare carte e carteggi in cerca del punto debole da colpire, ed ecco che la Fondazione: “ Non prevede inoltre un organo assembleare, e tutti i poteri di amministrazione sono del Consiglio di amministrazione i cui 7 componenti hanno l’obbligo alla riservatezza sulle attività di gestione compresa quella economica.” Incredibile, ciò che è normalità in tanti statuti di Fondazioni, che posseggono principi di intervento e mission pre-stabilite e che sono soggetti fondati (appunto) su scopi filantropici e non commerciali o imprenditoriali, alletta il Forum con la promessa di chissà quali intrighi.
La nostra domanda al Forum è quindi quella di iniziare ad interrogare se stesso e il SUO modello partecipativo e rappresentativo!
La Fondazione Art.32 non è il solo esempio di sussidiarietà SOCIALE che funziona e può funzionare sul nostro territorio, vi sono cooperative sociali attive, enti del terzo settore, associazioni di promozione sociale che, con fondi pubblici oltre che col volontariato, fanno ciò che altrimenti nessuno farebbe, perché la struttura pubblica non ha l’elasticità e il legame col territorio per farlo, salvando il territorio dal degrado culturale e sociale.
Chiediamo a cittadini e cittadine di leggere, informarsi, partecipare e rendersi protagonisti di questa scommessa (Terre Roveresche –Barchi, Orciano, Piagge, San Giorgio-, Mondavio, Montefelcino, Fratte Rosa e Isola del Piano i Comuni aderenti alla Fondazione), che continua la tradizione “municipalista” degli incontri sul territorio e del “partire da sé” dimostrando la capacità dei soli piccoli comuni di slegarsi da modelli elettoralistici di intervento sui problemi.
Partire da sé, certo, dalle proprie relazioni e dalle soluzioni possibili ai problemi sul territorio  è l’unica garanzia di efficacia e una fonte di fiducia che possa anzi portare a nuove soluzioni anche per ciò che riguarda le garanzie di laicità, trasparenza, partecipazione, per confermare e approfondire il concetto di Cittadinanza sempre più a rischio.

Coordinamento dei comitati,
20 novembre 2018.

Cfr: Il comunicato della stessa Fondazione in merito comunicato-fondazione-06-11-2018

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