Non sono bastati un referendum regionale e una raccolta di firme nazionale per fermare la corsa agli idrocarburi in Adriatico…rilanciamo la notizia della nuova mobilitazione dei cittadini sulle coste.
BARI – Trivelle nel mare Adriatico: domenica 8 aprile otto flash-mob saranno messi in atto dagli attivisti di diverse associazioni in cinque regioni adriatiche, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. L’iniziativa – informa una nota – è stata decisa “per dire no alla deriva petrolifera e ai progetti di prospezione con air gun” approvati dal ministero dell’Ambiente e in via di autorizzazione definitiva da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.
Gli ambientalisti, dopo l’esito sfavorevole dei ricorsi al Consiglio di Stato, rilanciano quindi la lotta con un evento che si terrà in contemporanea in Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia con appuntamenti a Rimini, Ancona, S.Benedetto del Tronto, Giulianova, Pescara, Vasto, Termoli e Bari. L’air gun – viene evidenziato – “è una tecnica di ricerca di idrocarburi estremamente dannosa per la fauna marina, come dimostrato da decine di studi, a partire dagli effetti negativi su cetacei, pesci e tartarughe. Uno dei più recenti ha confermato che durante le violente esplosioni di aria compressa si aprono “buchi” di zooplancton, la base della catena alimentare del mare, a destra e a sinistra per 1,2 km”.
Lo stesso ministero dell’Ambiente nei decreti favorevoli di Valutazione di Impatto Ambientale “ha ammesso il potenziale impatto dei progetti, imponendo un limite di ben 100 km tra due barche qualora impegnate ad usare l’air gun in contemporanea”. Complessivamente in questi anni il ministero dell’Ambiente ha emanato 9 provvedimenti di V.I.A. favorevoli all’uso dell’air gun in Adriatico su 11 zone: “su alcune aree – si sottolinea – si potrà passare con l’air gun due volte, nel mare davanti alle Marche, o addirittura tre, davanti alla Puglia”.
Le associazioni che hanno aderito alle iniziative che si terranno l’8 aprile sono: Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, Coordinamento Nazionale No Triv, Coordinamento No Hub del gas – Abruzzo, Greenpeace, Comitato di Quartiere Annunziata di Giulianova, Pescara 2.0, Gruppo No Triv di S.Salvo, Gruppo No Triv Terra di Bari, Trivelle Zero Marche, Trivelle Zero Molise, Associazione Ambiente e Salute nel Piceno, Rete Associazioni Tutela del Mare S.O.S. ADRIATICO Rimini.
ANSA, 8 aprile 2918.
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Oltre 100 persone hanno partecipato all’iniziativa lanciata dalla rete Trivelle Zero Marche per rivendicare il diritto a un mare pulito e a un modello di sviluppo sostenibile.
Oggi, domenica 8 aprile sulla spiaggia di Palombina Nuova (AN) in contemporanea a svariate città della costa adriatica, cittadini, associazioni e comitati si sono mobilitati per prendere parola contro la politica energetica imposta dallo “Sblocca Italia” che punta ancora su un passato fondato sull’estrazione di petrolio e di gas.
Questo mentre il mondo sta puntando, anche se faticosamente, verso l’inevitabile passaggio alle energie rinnovabili, al risparmio energetico e al rispetto degli ecosistemi. Appare quindi ancora più folle ostinarsi nella ricerca di idrocarburi nell’Adriatico dove notoriamente i giacimenti sono scarsi e di bassissima qualità mentre lo scempio dei territori e gli elevati rischi ambientali ricadono sulle spalle di chi i territori li abita.
Come se non bastasse le ricadute economiche dall’estrazione di gas e petrolio sono ad appannaggio esclusivo delle grandi multinazionali dell’energia perché in Italia le corporations non pagano royalties sullo sfruttamento di queste risorse naturali.
Il Consiglio di Stato nei giorni scorsi ha assestato un duro colpo alle istanze ecologiste di queste zone dando di fatto il via libera alla ricerca di idrocarburi in mare con il metodo dell’airgun, una tecnica che consiste nel bombardare i fondali marini con potenti detonazioni che hanno pesanti ricadute sulla flora e fauna marina.
E tutto questo solamente per cercare gli idrocarburi… neanche per estrarli!
Da tre anni la rete Trivelle Zero Marche dà battaglia ai signori del petrolio e continuerà a farlo anche contro il progetto pesarese “Bianca Luisella”, che dietro un nome rassicurante cela l’imminente approvazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico di nuove trivelle in mare e nuovi gasdotti.
Oggi come ieri ci opporremo ad ogni nuovo mostro ecologico, difenderemo le nostre coste e spingeremo perchè a decidere sui territori siano coloro che li abitano.
da Trivelle Zero Marche
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