Con sentenza 913/2014, il TAR Marche 913-2014 REG.RIC ha respinto il ricorso del Comune di Barchi contro i provvedimenti regionali che determinano la riduzione dei servizi ospedalieri nel nostro territorio e la trasformazione delle strutture ospedaliere di Fossombrone e Cagli nelle cd. Case della salute, depotenziando i servizi di emergenza. Al ricorso hanno collaborato Comitatinrete e Comitato a difesa dei diritti di Fossombrone.
Tra le motivazioni, si evidenzia in primo luogo che il TAR ha considerato non fondate le censure circa “disparità di trattamento rispetto ad altre strutture ospedaliere di dimensione similare”. Sul punto il TAR ha probabilmente equivocato il ricorso del Comune di Barchi con quello di altri Comuni, quali ad esempio Fossombrone, di cui mai abbiamo condiviso la decisione di motivare il proprio ricorso sulla base di pretese disparità fra le strutture di Fossombrone, Cagli e Pergola.
Il TAR ha inoltre “condiviso quanto controdedotto dalle Amministrazioni resistenti riguardo alla presentazione dei documenti di riduzione della frammentazione della rete ospedaliera quale sufficiente momento partecipativo prima dell’adozione e dell’implementazione delle decisioni definitive”. In sostanza, i territori e gli Enti locali dovrebbero accontentarsi di ascoltare l’illustrazione delle decisioni della Regione e dall’Asur, senza possibilità di interloquire: non c’è male, proprio una bella forma di partecipazione!!
Il rispetto delle Istituzioni ci impone poi di astenerci da ulteriori commenti circa altre affermazioni contenute nella sentenza che, tuttavia, non esitiamo a definire offensive per i diritti dei cittadini e per coloro che li rappresentano: “Non è poi ravvisabile alcuna disparità di trattamento o violazione del principio di uguaglianza, non riconoscendo la Costituzione il diritto di ciascun cittadino di avere un ospedale nel comune di residenza o in quello confinante e non potendosi immaginare che un ospedale deve restare operativo per il solo fatto di preesistere a qualsiasi iniziativa di riforma”.
La decisione e le motivazioni della sentenza sono, a nostro giudizio, sconcertanti e ingiuste e valuteremo l’opportunità di proporre l’impugnazione della sentenza avanti al Consiglio di Stato.
Poiché siamo, da sempre, consapevoli di aver intrapreso un percorso lungo e non certo semplice, la sentenza non ci coglie impreparati: con la Cooperativa Sociale Art. 32 ONLUS, che sarà operativa ed inizierà ad erogare ufficialmente i propri servizi alla cittadinanza il 15 dicembre p.v., abbiamo posto le basi per consentire al territorio di riappropriarsi del diritto alla salute.
CITTADINI NON SUDDITI.
Comitatinrete – www.comitatinrete.it, segreteria@comitatinrete.it
Comitato a difesa dei diritti – comitatoadifesadeidiritti@gmail.com
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