Parte ora la vera e propria azione legale a difesa del diritto alla salute, dopo i primi passi per la difesa dei diritti con l’Ordinanza comunale riguardante la penalizzazione dell’attività del Laboratorio analisi dell’Ospedale di Fossombrone e l’Esposto inerente presentato dai Comitatinrete.
Il ricorso è stato notificato venerdì 19 luglio da parte del Comune di Barchi, che ha conferito mandato in tal senso allo studio legale Avv. M.R. Mazzi.
L’atto è stato predisposto in base alle linee di indirizzo indicate dal Sindaco di Barchi, che abbiamo reputato essere coincidenti con gli interessi del territorio e della cittadinanza, ed è il frutto della collaborazione fra lo studio legale incaricato, alcuni medici di base operanti sul territorio, un esperto di pianificazione e gestione sanitaria dell’Emilia Romagna, un esperto di pianificazione e gestione sanitaria dell’Umbria iscritto all’ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente), alcuni tecnici di Comitatinrete e del Comitato a Difesa dei Diritti di Fossombrone.
Sono state impugnate le Delibere di Giunta Regionale Marche n. 735/2013 e 920/2013, ed ogni atto connesso, presupposto o consequenziale che possa aver contribuito alla cosiddetta riforma del sistema sanitario regionale.
E’ stato evidenziato che i provvedimenti non rispondono ad una idonea pianificazione, presupposto essenziale e normativamente previsto per l’efficacia, l’efficienza e l’equità del sistema sanitario.
E’ stato altresì contestato che i provvedimenti mancano altresì di un’analisi finanziaria e tecnico-economica dei risultati e delle conseguenze attese; pertanto, un punto di forte debolezza delle disposizioni impugnate, apparentemente mirate alla razionalizzazione della rete Ospedaliera e all’allineamento agli standard nazionali, è quello finanziario:
- I costi cessati saranno certo notevolmente inferiori ai 18 milioni di € progettati
- Una parte consistente di questi costi verrà semplicemente messa in carico alla gestione territoriale, un’operazione di maquillage finanziario con DRASTICA RIDUZIONE DEI SERVIZI AL CITTADINO.
- E’ prevedibile un aumento della mobilità passiva interregionale in tempi brevi e medi; tale evenienza non è stata ipotizzata e quantificata.
- Vi sarà un aumento dei costi per la diversa gestione e organizzazione della rete delle emergenze, dei trasporti sanitari e per l’assunzione dei medici del 118. Anche tali costi non sono stati quantificati e pianificati.
- Vengono allocate risorse in modo improduttivo, come nel caso di un’eliambulanza notturna pressoché inutile (Costi stimabili in 1,5 ÷ 2 milioni/anno)
E’ stata contestata una grave disequità dei servizi e dell’assistenza sia fra le aree vaste della Regione (L’AV 1 – Pesaro e Urbino è la più penalizzata e non risponde agli standard nazionali) ed una sostanziale assenza di impegno della programmazione sanitaria regionale nell’affrontare e risolvere consistenti e prioritari problemi dell’organizzazione sanitaria quali:
a. L’eterogenea e squilibrata offerta di posti letto tra aree vaste con penalizzazione di alcune ( tra cui la AV1) a favore di altre;
b. La crescente, non contrastata o addirittura assecondata, spoliazione di servizi essenziali e di qualità nelle fasce montane e collinari;
c. La polarizzazione in sede non baricentrica dei servizi essenziali per l’emergenza – urgenza e l’inadeguata distribuzione sul territorio di strutture e mezzi di soccorso.
Infine è stata dimostrata la sostanziale disparità di trattamento nell’accesso alle cure di emergenza-urgenza (Anche mediante il calcolo dei tempi di intervento dei mezzi di soccorso) che colpisce particolarmente i residenti dell’entroterra, ai quali, dati alla mano, in caso di gravi eventi, sono offerte minori possibilità di sopravvivenza e maggiori probabilità di permanenza di postumi invalidanti.
E’ stata proposta istanza di sospensiva degli atti impugnati, anche ai fini del riesame dei medesimi.
Comitatinrete
Comitati a difesa dei diritti, Fossombrone comitatoadifesadeidiritti@gmail.com
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