Sanità “manageriale”? Ma adesso le statistiche le facciamo noi.
Il Coordinamento dei comitati rafforza le azioni legali in difesa del diritto alla assistenza sanitaria territoriale lanciando un modulo online per dar voce ai cittadini: sarà possibile segnalare disservizi e casi di malasanità, e partecipare a quella che possiamo definire una vertenza “continua” per l’affermazione del diritto alla salute, nonché contro la privatizzazione il degrado del sistema sanitario sul nostro territorio.
Sempre sul sito del coordinamento (www.comitatinrete.it) è presente anche un questionario online di raccolta dati sui tempi ed i modi di fruizione delle prestazioni sanitarie: i dati, raccolti in forma anonima, daranno vita ad una statistica sul rapporto di noi cittadini col servizio sanitario.
Invitiamo tutti/e a partecipare segnalando e contribuendo alla raccolta dei dati, per mettere nero su bianco il disagio che le condizioni in cui versano i servizi sanitari ci procura, e rendere tangibili le cifre del nostro rapporto con il servizio sanitario.
Finalmente i sindaci sul territorio cominciano ad alzare la testa contro provvedimenti fortemente voluti più che dall’assessore regionale alla sanità Almerino Mezzolani, il cui peso decisionale, è risaputo, è ormai risibile, da un apparato burocratico che, nella sanità come nel settore ambiente, ha preso il sopravvento sulla politica. Dopo anni di conti senza oste, rassicurazioni farlocche agli amministratori locali, progressiva sparizione nel nulla di servizi sanitari essenziali, mormorio dei lavoratori della sanità sbatacchiati come soldatini di stagno, siamo giunti alla resa dei conti.
Lo smantellamento dei piccoli presidi ospedalieri della provincia in cambio di niente è il segno tangibile della sudditanza alle esigenze industriali-sanitarie dei poteri forti; la penalizzazione incredibile dei servizi sul nostro territorio rispetto alle altre provincie marchigiane è il segno che siamo stati svenduti in cambio di qualche fico secco, prova ne è la trattativa a mezzo stampa di Mezzolani con Impregilo per l’ingresso al ribasso della speculazione del capitalismo finanziario privato nella sanità pubblica.
Per questo chiediamo a tutti i cittadini e le cittadine di partecipare a questo sforzo di darsi voce e di capire con ancora più precisione la situazione in cui versiamo , mettendo nero su bianco le denunce tante volte accennate in assemblee e incontri pubblici.
Nell’immagine: Il grafico del Quaderno ministeriale “Cittadini e salute. La soddisfazione degli italiani per la sanità – edito nel 2010, dal quale si evince che i cittadini del centro Italia giudicano “buoni” i servizi privati (soprattutto studi medici privati, cliniche private, laboratori di analisi e centri diagnostici privati) e meno buoni i servizi pubblici, soprattutto ospedali e pronto soccorso (di buona qualità solo per il 27.7 per cento del campione di 500 intervistati).
La ringraziamo per la sua riflessione e per il suo lavoro.
Ho appena conosciuto il vostro sito, sono un medico Specialista Ambulatoriale e Responsabile Regionale Marche della Specialistica Ambulatoriale del Sindacato Medici Italiani. Vorrei portare alla vostra attenzione la nostra Categoria Professionale che non viene citata nei dati da voi raccolti, probabilmente perchè veniamo confusi con i Medici Ospedalieri. Noi siamo Medici Convenzionati con il SSN e facciamo parte integrante e necessaria della Medicina del Territorio, al pari dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di libera scelta, solo che il nostro contratto è su base oraria. Siamo gli “Specialisti del Territorio”, cioè quelli che i cittadini trovano nei Distretti e che garantiscono ai pazienti allettati le Visite Specialistiche Domiciliari. Saremo gli Specialisti sui quali graverà più pesantemente l’eliminazione dei posti letto di lungodegenza, non avendo mai i nostri manager regionali pensato di distribuire equamente la nostra presenza nelle 5 province, preferendo, 20 anni fa, “garantire posti” ai colleghi ospedalieri. Oggi che il finanziamento del SSN viene continuamente tagliato ed è stato bloccato il ricambio generazionale dei medici ospedalieri i nostri manager continuano tranquillamnete ad ignorarci, chiedendoci sempre più prestazioni, utilizzando la connivenza dei sindacati medici più potenti che di fatto hanno già avallato il cosiddetto riordino del piccoli ospedali. Cordiali saluti, Viviana Ciarrocca