Lo sappiamo bene noi marchigiani, e nella nostra Regione il Movimento 5 stelle ha raccolto più consensi che altrove, dialogare sui temi della difesa dell’ambiente e della salute con la coalizione Pd-UdC, quella che commentando i risultati elettorali il governatore Spacca ha rimpianto di non poter diffondere come modello, era ormai praticamente impossibile.
Dalla scandalosa vicenda dell’inceneritore a biomasse di Schieppe, al parco eolico dei Piani Rotondi di Pergola autorizzato a ridosso alle “case invisibili” (per la ditta e i distratti funzionari di ARPAM e Regione), alla loggia del biogas in cerca di nuovi incentivi pubblici … alla progettata, e per fortuna bloccata dai cittadini, turbogas di Corinaldo … al disastro ambientale previsto con le trivellazioni, i rigassificatori off-shore, lo stoccaggio di gas naturale di San Benedetto del Tronto.
Una selva di progetti decisi lontano dai territori e dai cittadini, difesi e propugnati dai “tecnici” regionali.
La sicumera del segretario PD Ucchielli, che ha assicurato che “loro” non hanno niente da rimproverarsi, sottolinea come, anche se col “ricambio generazionale” attuato con degli eletti meno attempati, per “loro” la strategia è sempre la stessa:
andare avanti ugualmente, strizzando l’occhio al business della sanità, degli incentivi europei, dei “grandi” progetti per l’energia, chissà, magari anche con l’inceneritore di rifiuti che Hera pare auspichi da anni qui in provincia di Pesaro e Urbino, legando a doppio filo la politica al business, cui servono deputati-burattini che schiaccian bottoni in Parlamento.
Vediamo come esempio la gestione delle risorse idriche: quali grida, quanti “al lupo al lupo”, per svendere ai privati il servizi pubblici, che certo fanno gola sia alle lobby affaristiche ex-rosse che ai ‘santi’ investitori. Con l’arrivo del Movimento a 5 stelle in Parlamento, occorrerà allora che noi cittadini al capezzale (non al Capezzone, per carità!) dell’Italia, noi attivi nei comitati ambientalisti e di difesa dei diritti civili, si rifletta più a fondo sul programma di questo movimento:
-in primis, l’energia. Il programma prevede l’abolizione dei famigerati Cip6 (per i quali noi comitati abbiamo sostenuto di recente una sorta di “class action”) all’incenerimento. Il ruolo dell’Enel da rivedere per quanto riguarda i monopoli di fatto. La possibilità per i privati di immettere e vendere energia in rete.
-per la salute, il programma prevede la strenua difesa del servizio pubblico e l’incentivazione delle ricerche sull’inquinamento ambientale.
-l’eliminazione degli inceneritori compare nel paragrafo “salute” congiuntamente all’introduzione della possibilità di chiedere i danni direttamente agli amministratori che approvano presidi nocivi.
Mancano in questo programma accenni alla strategia Rifiuti zero, e anche un accenno più completo alla gestione delle risorse idriche, manca anche un riferimento alla questione della partecipazione dei cittadini ai procedimenti pubblici. Noi marchigiani potremmo su questo punto ricordare come per un pelo, e solo per merito dei comitati e di poche associazioni ambientaliste, siano stati proposti emendamenti a un disegno di legge che escluderebbe i Comuni dai procedimenti di Verifica di impatto ambientale gestiti dalla Regione!!! Ma di questo i TG3 non hanno mai parlato, erano troppo occupati con le sagre.
In sintesi, Il programma del ‘5 stelle’, seppure non esaustivo e articolato, dice dei NO e dei SI chiari su alcuni temi caldi riguardanti ambiente-salute-energia, occorre entrare nei dettagli e capire come si potrà sviluppare un’ azione di governo differente grazie all’apporto di questi nuovi eletti. Più di una volta sono state incongruenze con la legislazione nazionale e quella europea che hanno impedito che intere aree venissero devastate da nuove installazioni nocive avallate in Regione, per il territorio la cosa quindi è importante. Proprio in questo mese di accordi per un governo, il 16, 23 e 30 marzo sono mobilitati in tutt’Italia i comitati nazionali per l’acqua pubblica, e i comitati No Tav, No Ponte, No Muos, che contribuiscono con i loro NO a salvare i territori in attesa di nuove politiche .
Il segnale “sociale” del 5stelle segnala quindi che TUTTI gli eletti (i delegati) dovrebbero concordare con gli elettori tempi e modi di consultazione e confronto stabili e aperti, ma non virtuali, reali: sui territori, nei posti di lavoro, nei quartieri. Dalla crisi non ci salverà la “bellezza”… ma la partecipazione.
Francesca Palazzi Arduini.
Coordinamento dei comitati di difesa delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano.
Ci salverà la bellezza. Che è la somma di tutto, e premessa a tutto. Se sapremo farla nascere, ogni volta, dalla partecipazione.