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Primavera color ruggine, i rischi dell'uso del glifosato come erbicida

Use of Herbicides in Switzerland Einsatz von Herbiziden
Agente Arancio,  chiamavano così negli anni Sessanta quando veniva sparso in Vietnam dall’esercito Usa per “defoliare” le foreste. L’effetto “arancio” è anche quello di un erbicida “non selettivo”, cioè che uccide ogni pianta che trova, il Glifosato, purtroppo ancora in uso anche nelle campagne italiane. Avrete notato anche voi in questi giorni alcuni campi completamente color arancio o ruggine, ed anche scarpate e cigli stradali. L’intento di chi lo irrora è “sterminare” qualsiasi presenza vegetale sui terreni, prima di lavorarli, l’effetto è quello di inquinare in maniera persistente il terreno, che poi arando manda l’erbicida velenoso anche in profondità, oltre a uccidere anche la micro fauna, insetti e altri animali benefici per l’ecosistema.
Sulla nocività del glifosato si è pronunciata di recente la Agenzia Internazionale di ricerca sul cancro, inserendolo tra i “probabili cancerogeni”, eppure, evidentemente per motivi di mercato e di lucro da parte di chi lo produce e di chi lo usa per risparmiare forza lavoro, la Commissione europea ne ha autorizzato la produzione ancora per dieci anni. ciò anche se la agenzia EFSA ne aveva già segnalato la pericolosità per organisni acquatici e tossicità per le persone. Eppure dati sulla cancerogenicità ci sono, tanti. Qui il servizio di inchiesta Rai Mi manda Rai Tre del 2024 che ne spiega i rischi.
Il WWF Italia ha pubblicato lo scorso anno un dettagliato report sui rischi del glifosato segnalando anche la denuncia del consorzio europeo PAN (Pesticide Action Network Europa) che ha portato in tribunale la Bayer (che produce l’erbicida a base di glifosato Roundup) per non aver presentato la giusta documentazione nella richiesta di approvazione all’utilizzo del glifosato.
Cosa succede nel nostro territorio? Il glifosato oltre a essere usato sulle massicciate ferroviarie è stato usato anche da Anas, suscitando molte proteste. Purtroppo di recente alcune amministrazioni pubbliche hanno iniziato a riutilizzarlo, senza considerare i rischi per la salute, per diserbare a costi minori del diserbo manuale (ma quanto minori? e il costo per la salute e per la biodiversità?).
Il Comune di Barchi, ora Terre roveresche, nel 2009, aveva emesso una delibera che prescriveva per l’uso di erbicidi una distanza di almeno 100 metri dalle abitazioni e che prescriveva altre condizioni cautelative, delibera che risulta poi revocata dalla stessa giunta di allora, e che comunque non era sufficiente a garantire sicurezza ai cittadini dal rischio di inalare, ingerire, venire a contatto con gli erbicidi.
Nel 2015 si è svolto un incontro riguardante il legame tra Agricoltura e suoi metodi e Salute, qui la registrazione dell’incontro, a cura di Art32 onlus, con la partecipazione del prof. Gianni Tamino, della dott.ssa Patrizia Gentilini e del prof.Fabio Taffetani.
Di fronte al palese ricorso a erbicidi tossici è dovere e diritto dei cittadini attivarsi per chiedere ai coltivatori, alle amminstrazioni pubbliche, ai proprietari di terreni, atteggiamenti differenti, sono solo per rispetto della salute di tutti ma anche per evitare l’inquinamento del suolo, delle acque, dell’aria.

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