“Il Pear va rivisto, secondo gli uffici tecnici della Regione non porta a coprire il fabbisogno energetico delle Marche”, questo secondo la stampa locale il succo delle recenti manovre pro ripensamento del Piano energetico, cui plaudono soprattutto i paladini dei rigassificatori i quali però, lamentano alcuni consiglieri di maggioranza, mancano sia di chiarimenti strategici a livello nazionale sia si chiarezza dell’Api (l’Azienda petrolifera) sui danni all’ecosistema. … e pensare che sono ormai anni che ne parlano!
A prescindere dal fatto che probabilmente il consigliere regionale Latini, dell’Api (la Alleanza per l’Italia) , nel suo invocare due ditte che dovrebbero “proporre” subito due impianti per un totale di 1200 Megawatt elettrici dovrebbe riferirsi al deficit “elettrico” marchigiano e non a quello “energetico” che include anche il combustibile … i conti non tornano affatto.
Dove sta il guaio di questo nuovo richiamo alla produzione intensiva di energia elettrica tramite gli ecomostri?
Proprio nel fatto che i dati smentiscono innanzitutto la prima affermazione: la Regione Marche è infatti in deficit d’energia elettrica, sì, però non come si era previsto nel Pear.
Se nel Pear infatti (redatto nel 2005 ) si stimava un fabbisogno di energia elettrica di 10.267 Gigawattora nella peggiore delle ipotesi (scenario non virtuoso) per il 2015, o di 8703 Gwh (corrispondenti ad un aumento del fabbisogno dell’1% annuale) in uno scenario virtuoso, ma pur sempre comprendente enormi perdite, cioè sprechi, di rete, il gestore nazionale Terna offre oggi dati che non confermerebbero questi scenari.
Per il 2009 infatti Terna ha calcolato un consumo marchigiano di energia elettrica pari a 7981 Gwh (minore degli 8188 Gwh dello scenario virtuoso previsti dal Pear), con un deficit di energia del 50,9% corrispondente alla non-produzione regionale di 4063 Gwh, tramite questi si otterrebbe la perfetta autonomia energetica regionale per quel che riguarda l’energia elettrica. Occorrono quindi circa 460 Megawatt in più all’anno.
Come già il Coordinamento dei comitati affermava mesi fa, quindi, le necessità energetiche restano più o meno identiche, se non minori, e se si intensificherà lo sforzo di ridurre sprechi e favorire le vere fonti rinnovabili, rispettando paesaggio e ambiente, sarà possibile restare nel mercato dell’energia senza ricorrere ad ecomostri.
La Regione Marche conta già secondo il Gse di 7565 impianti fotovoltaici per un totale di oltre 524 Gigawattora prodotti.
Quest’anno in Regione si contano 94 Mw in più di energia elettrica solo dal fotovoltaico per un totale di 2483 nuovi impianti, e fa ben sperare la bonifica dall’amianto tramite coperture di tetti fotovoltaici “Eternit Free” già in partenza nella Provincia di Ancona e speriamo anche in quella di Pesaro e Urbino.
Attualmente invece la somma della potenza elettrica erogata da tutti i previsti ecomostri produrrebbe oltre sei volte più del necessario: Corinaldo 870 Mw, Api Falconara 580 Mw, Centrali a biomasse Schieppe/ Fermo 42 Mw circa, grandi impianti eolici 1500 Mw circa… un totale di 2992 Megawatt di potenza!
Eppure basterebbe lavorare ancora sulle vere rinnovabili per portare la Regione all’autosufficienza.
Aggiungiamo che, come hanno sottolineato in molti esperti del settore, e non in ultimo un’ interessante trasmissione di Report di pochi mesi fa (“Girano le pale”), non ha alcun senso rinnovare il parco energetico e chiedere ai cittadini di risparmiare se poi non si bonificano gli sprechi e le fonti non rinnovabili ed anzi pericolose (come i rigassificatori) ed inquinanti (come le Turbogas), si tratta di una politica delle due staffe ingiusta che favorisce colo i mercanti e speculatori dell’energia…
Coordinamento dei comitati di difesa delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano
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