Da qualche anno a questa parte c’è una novità, l’ANAS ha cominciato ad utilizzare il diserbo.
Il prodotto usato è probabilmente un erbicida disseccante a base di “glyphosate”, ne esistono sul mercato numerose formulazioni commerciali, ma la più diffusa è il “Roundup” della Monsanto.
Agisce in circa 20 giorni ed è facilmente riconoscibile per il caratteristico colore arancione che conferisce alla vegetazione trattata prima del suo totale disseccamento ( deriva infatti dal famigerato “agente orange” della guerra in Vietnam). Proteste verbali e scritte, interpellanze a comuni e province sono state presentate in quest’ultimo anno, in Toscana, Sardegna, Valle d’Aosta, Sicilia, oltre a richieste ad Anas di spiegare il perché di questa scelta ora attuata anche nella nostra Provincia. Il Circolo Legambiente di Manciano (Toscana) scriveva nel maggio scorso:
“L’uso di questo prodotto per impedire la crescita di erba lungo le strade è stato in più occasioni stigmatizzato dalle autorità sanitarie, ed è dello scorso anno il divieto emesso dall’assessore all’ambiente del Comune di Viterbo, indignato per l’uso massivo che l’ANAS ne aveva fatto sulla via Cassia. Ma anche quest’anno l’ANAS ha ripetuto questa pratica che ha l’indubbio vantaggio di abbattere i costi di manutenzione delle strade.
Nella nostra zona ne abbiamo constatato. L’uso sull’ Aurelia bis in tutti i suoi 54 chilometri e sull’Aurelia da Civitavecchia a Montalto di Castro. Ed è di questi giorni una viva polemica tra alcuni anziani ortolani senesi e la ditta che su appalto ANAS, sulla tangenziale di Siena, ne ha fatto un uso scriteriato, in presenza di deriva ventosa, contaminando i loro ortaggi (e che inconsapevoli hanno consumato per diversi giorni)”
Infatti il “glyphosate” è particolarmente dannoso per gli organismi acquatici: pesci, crostacei e molluschi, e dopo la dispersione la molecola rimane attiva anche diversi mesi, specie sulle superfici inerti come asfalto e cemento.
Quindi il suo utilizzo sulle fossette stradali è espressamente vietato dalle schede di sicurezza che accompagnano tutta questa classe di prodotti:ignorare tali indicazioni configurerebbe un reato.
Troviamo poi assurdo che, a fronte di un numero di disoccupati in continua crescita nel Paese, l’ANAS, in un sol colpo, scelga di mandare a casa la manodopera e mettere a rischio le nostre verdure ed i nostri corsi d’acqua.
Il Coordinamento dei comitati, già attivo con la richiesta di vietare l’uso anche a scopo agricolo di pesticidi e diserbanti nei pressi delle zone abitate (richiesta che ha sortito come risultato un’ordinanza del Sindaco di Barchi, vigente sin dall’agosto 2009, che vieta l’irrogazione di fitofarmaci fino a distanza di 150 metri dai corsi d’acqua e 100 metri dalle abitazioni), interpella l’Amministrazione provinciale perché chiarisca se esista una norma circa il divieto di utilizzo di diserbanti sui cigli stradali e in aree pubbliche ed intervenga presso Anas per sapere tipologia del prodotto usato e quantità impiegata, invitando la società ad abbandonare questa tecnica nociva.
Ci auguriamo altresì che anche per la risoluzione di altri problemi, come quello della presenza estiva di zanzare tigre e papataci, Comuni e Provincia si orientino a criteri di lotta biologica, evitando di appaltare lo spargimento di sostanze tossiche circa le quali oltretutto i cittadini non vengono informati né della tipologia né dell’entità.
Coordinamento dei comitati di difesa delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano,
2 aprile 2010.
La lettera Ai signori consiglieri Provinciali della Provincia di Pesaro e Urbinoinviata per chiedere la fine della pratica del diserbo chimico.
Il documento del prof.Taffetani (Università politecnica delle Marche) PRIMAVERA SILENZIOSA 2 sulla nocività del diserbo chimico.
tienici informati!
Anch’io ho ricevuto la stessa risposta dall’ANAS, che deve essere standard.
Ho scritto ancora chiedendo appunto la marca del prodotto utilizzato e la documentazione dei controlli effettuati sul modo di utilizzo.
Ho fatto anche obiezioni sulle conseguenze del diserbante sulla biodiversità, visto che molte piante selvatiche ormai sono introvabili nelle zone coltivate, appunto grazie ai diserbanti, e crescono quasi solo sul ciglio delle strade, dove molti orti botanici vanno a recuperare i semi. Vediamo cosa rispondono.
Mi alleno in bici a Feltre e qualsiasi strada, statale, provinciale, comunale, stradine di campagna, sentieri nel bosco dappertutto si diserba col gliphostae !!!
E’ veramente triste per un leureato in scienze naturali che ha studiato le associazioni vegetali ed animali vedere questo scempio della natura, a me appare come un omicidio, non si rispettano gli essri viventi che non siamo umani e si condannano a morte insetti, anfibi, rettili che sono più deboli di noi. Viene quasi da sperare che qualche umano ne sia contaminato e muoia, certamente succederà ma nella nostra enorme grossolana ignoranza non ce ne accorgeremo neppure. E po’ gnent …
E’ incredibile come Anas, omettendo in ogni caso di dire il nome commerciale dei prodotti usati che ci darebbe modo di verificare le affermazioni circa il non rilascio di “residui tossici” (!), non prenda in considerazione tutta la serie di critiche fatte ma si limiti a dire che loro agiscono secondo le norme.
Comunicato Anas:
Si tratta di prodotti biodegradabili, reperibili in commercio e consentiti dalle autorità sanitarie.
“In seguito ad alcuni articoli apparsi sulla stampa, riguardanti l’utilizzo dei diserbanti lungo le arterie di competenza, l’Anas ha precisato in una nota che la manutenzione del verde e la pulizia delle pertinenze lungo le strade statali viene affidata, secondo uno specifico capitolato tecnico nazionale, a ditte specializzate e abilitate che utilizzano, nelle forme e secondo le prescrizioni previste, appositi prodotti consentiti dalla normativa europea, nazionale e regionale vigente, registrati presso il Ministero della Sanità e reperibili in commercio senza la necessità di particolari autorizzazioni per l’acquisto.
Si tratta di prodotti non pesticidi, biodegradabili, solitamente a base di glyphosate, che non lasciano residui tossici dopo la loro applicazione e vengono utilizzati in percentuali e con modalità tali da non risultare pericolosi né per l’uomo né per l’ambiente.
Questi prodotti, comunemente impiegati anche dagli altri Enti gestori di strade, devono inoltre: essere registrati per impieghi nel settore civile; non essere riconosciuti a possibile rischio di effetti cancerogeni dalla Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale (CCTN), dal Centro Studi del Ministero della Sanità nonché dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; non riportare in etichetta frasi di rischio per la fauna terrestre ed acquatica nonché per la microfauna e la microflora; essere distribuiti nel rispetto delle norme stabilite nell’articolo 6 del Dpr 2361/88 (Zona di rispetto con estensione non inferiore a 200 metri di raggio dal punto di cooptazione delle acque destinate al consumo umano).
Prima dell’inizio dei lavori l’impresa specializzata comunica regolarmente alla Asl competente per territorio l’elenco dei prodotti e il calendario delle applicazioni programmate ottenendo, laddove previsto dalla normativa regionale, il nulla osta dell’autorità sanitaria.
L’Anas, in qualità di stazione appaltante, verifica comunque l’operato delle imprese esecutrici, al fine di rilevare eventuali usi scorretti dei prodotti in violazione dei contratti sottoscritti.”
La ringraziamo per aver contattato L’Ufficio Relazioni con il Pubblico di ANAS S.p.A..
Restiamo a Sua disposizione per ogni futura richiesta.
Per migliorare il servizio può compilare il questionario di soddisfazione presente sul nostro sito “http://www.stradeanas.it” alla voce “RELAZIONI CON IL PUBBLICO”, link “Modulistica” o seguire direttamente il link: http://www.stradeanas.it/index.php?/urp/questionario_urp/index/arg/1.
ANAS S.p.A.
841.148
Ufficio Relazioni
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