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Crack nucleare

 

Una cosa è certa: con quello che sta succedendo in Giappone, la tecnologia nucleare statunitense ha mostrato la sua inadeguatezza ad affrontare eventi rari, ma possibili ( terremoto a magnitudine 9 seguito da tsunami) in quanto la progettazione dei reattori in funzione a Fukushima, porta il marchio General Electric.

La seconda cosa certa è che, comunque vada nei prossimi giorni, il Giappone ha perso per sempre almeno quattro dei sui 56 reattori nucleari, con una potenza elettrica installata di 3100 megawatt; in Italia sarebbe come mettere fuori uso, da un giorno all’altro, 2,5 grandi centrali termoelettriche come quella di Civitavecchia.

Dopo gli incendi, gli scoppi e i tentativi di raffreddamento con acqua di mare, i quattro reattori sono diventati altrettanti ferri vecchi radioattivi e, come tali, assolutamente irrecuperabili e per di più da tombare in sicurezza.

La terza cosa certa è che la mancata produzione di elettricità, i danni ambientali e sanitari, i costi delle evacuazioni, la

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Nucleare: Berlusconio non può sfoggiare…

Centrali nucleari:niente sfoggio per Berlusconio… e tutto per merito di 3 Regioni.
Umbria, Emilia Romagna e Toscana. Queste le regioni che, oltre alla Provincia autonoma di Trento, hanno fatto ricorso presso la Corte costituzionale affinché venissero dichiarati costituzionalmente illegittimi i commi del decreto legge 78/2009 che affidavano al Governo il diritto di imporre i siti nucleari.
Nel luglio del 2009 il Ministro Scajola e Berlusconi invocavano l’esercito: “I siti nucleari saranno considerati di interesse strategico per il Paese. Se non ci sarà la condivisione, il Governo potrà in via eccezionale utilizzare strumenti sostitutivi previsti dalla Costituzione a difesa dell’interesse generale del Paese”. La Corte costituzionale ha invece dichiarato, con sentenza del giugno di quest’anno, che le norme governative contrastano con gli articoli 117 (competenze dello Stato) e 118 della Costituzione (art. 118: Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei

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L’altra verità su Chernobyl, 7 settembre

Martedì 7 settembre alle ore 20,30 a Monte Porzio (PU) serata di approfondimento sul tragico incidente di Chernobyl, accaduto il 26 aprile del 1986. L’incontro vede la presenza eccezionale del prof. Yuri Bandazhevsky, medico bielorusso e autore di oltre 240 lavori di ricerca, che in seguito al disastro di Chernobyl ha intuito le esatte dimensioni della tragedia. Bandazhevsky non si è fermato davanti ai dogmi ed alle immutabili verità ufficiali: le sue ricerche hanno dimostrato gli effetti nel tempo dell’esposizione continua a piccole quantità e basse dosi di radionuclidi, soprattutto a livello cardiovascolare.

 Il 18 giugno 2001 Bandazhevsky è stato condannato da un tribunale militare a 8 anni di lavori forzati con la possibilità di vedere la moglie Galina una volta ogni tre mesi,. Un vasto movimento di opinione internazionale è intervenuto a suo sostegno ed Amnesty International ne ha riconosciuto lo status di “prigioniero di coscienza”. Nel 2001 ha ottenuto il passaporto della libertà dall’Unione

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Cernobyl: passato e futuro

Da Internazionale, 30 aprile 2010:
”Nel 2005 il Cernobyl forum dell’Onu e di altre agenzie internazionali ha affermato che non c’erano prove di un aumento del rischio di difetti congeniti o riproduttivi nelle zone contaminate dalle radiazioni.
Queste conclusioni sono state spesso contestate e ora un nuovo studio su Pediatrics riaccende il dibattito: su 96.438 nascite registrate nella regione ucraina di Rivne, tra il 2000 e il 2006, il tasso di anomalie congenite è di 22 su 10mila nati, contro la media europea di 9 su 10mila. E nella regione di Polissia si sale a 27 su 10mila. L’autore, Wladimir Werlecki della University of Southern alabama, ammette però che il suo studio – come quello del Cernobyl forum – è incompleto, perché mancano i dati sugli altri fattori che potrebbero causare le anomalie, come l’abuso di alcol o la carenza di acido folico in gravidanza. Servono nuovi studi, conclude.”

Ma, a distanza di 24 anni dall’incidente (1986), nessuno,

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